IL MISANTROPO DEI SARGASSI DI ANDREA MELLA, ESORDIO POETICO DELL’AUTORE DI MARITTIMO BLUES, CON UNA SCRITTURA POTENTE RACCONTA IL VIAGGIO DELL’ESISTENZA, LA CONDIZIONE UMANA E IL DRAMMA DELLA MIGRAZIONE
Il Misantropo dei Sargassi è l’esordio poetico di Andrea Mella, autore di Marittimo Blues (Ediciclo). Attraverso una scrittura potente, ricca, mai banale la voce di Mella si fa cruda testimonianza dell’esistenza raccontando l’uomo in tutta la sua impotenza e caducità. Il titolo, che incuriosisce e rimanda subito la fantasia al mitico Mare dei Sargassi, suggerisce un viaggio pericoloso, tormentato e avventuroso, metafora del viaggio della vita, raccontato da Andrea Mella attraverso il punto di vista di un misantropo. Essere solitario e distaccato il misantropo, sottraendosi ai rumori di fondo della vita, riesce a cogliere la contraddizione dell’esistenza umana, trasformandola in consapevolezza e denuncia. Nel tema dell’Acqua, fil rouge della raccolta, affiora il motivo del creato feroce e indifferente e nello stesso tempo la volontà indomabile degli uomini.
Mella non sceglie mai la strada facile e scontata neanche quando la sua poesia si confronta con il tema della migrazione e con la tragedia di Lampedusa del 2013 nel poemetto “Transito” cuore della raccolta, collocato tra le due sezioni “Incerte maree” e “Il Misantropo dei Sargassi”. Le parole pungono e perforano, denunciano senza scivolare nella lamentazione, nel pessimismo fine a se stesso, nell’autocompiacimento. Al lettore che, in piedi sul ponte, osserva le acque con timore e curiosità la poesia di Mella suggerisce la “bellezza coraggiosa” di un non-finale, non fornendo risposte ma allargando il raggio delle domande.
TITOLO Il Misantropo dei Sargassi
AUTORE Andrea Mella
PREZZO 14 €uro
PAGINE 140
FORMATO 12×17
CONFEZIONE Brossura
ISBN 978-88-940190-9-4
Per acquistare clicca qui
“Ho voluto raccontare il punto di vista di un misantropo che si muove nei territori comuni alle poesie che compongono la raccolta, e cioè quelli lambiti dalle acque, siano essi barene, isole, porti, argini di un fiume, città attraversate da un canale, dove l’elemento acqua diviene inevitabilmente simbolico. Nel poemetto le sue riflessioni quindi scivolano tra “la fabbrica di pesce”, il “mercato del pesce di Rialto”, il battesimale e il mar dei Sargassi, cioè il mare mitico dove inizia e si conclude il ciclo vitale delle anguille. Mi sembrava la giusta metafora di quello che, a seconda delle credenze, può essere definito come il luogo di origine e destinazione della vicenda umana”. Andrea Mella
[…] al lettore che in piedi, dal suo ponte, osserva le acque e ne è sì spaventato, ma attratto, incuriosito, il libro suggerisce la bellezza coraggiosa di un non-finale: qualcosa che a prescindere da tutto persiste a sciabordare, risuona, infaticabile resiste all’effimero […]. Ci si rimette allora in discussione, si prova a imboccare un altro sentiero e, soprattutto, non si finisce più di interpellarsi. Ci si interroga e ci si interroga, la poesia non fornisce in questo caso risposte, non fa che allargare impietosamente il raggio delle domande e quindi diviene luogo vitale di ricerca, tensione filosofica, occasione di conoscenza, spinta irrefrenabile al lavoro su di sé. E proprio di ciò ritengo che il nostro mondo, oggi più che mai, abbia un supremo e oramai improrogabile bisogno!
Dalla nota di Filippo Parodi L’erto irrinunciabile
In copertina: Sedia a dondolo (serie End of summer) di Loredana Celano. Fotografia digitale, 2017.
Nota di lettura L’erto irrinunciabile di Filippo Parodi.
Andrea Mella, nato a Pordenone nel 1977, dalle aspirazioni cosmopolite, ama viaggiare a caccia di contraddizioni, quando quelle di casa gli sembrano insufficienti o insopportabili. Ridisegna i luoghi che attraversa con immagini e parole, solo perché i suoni e i sapori non si lasciano fermare sulla carta. Vive, lavora e pensa con passione, fatica e un certo acume. Combinando diversamente questi fattori, come talvolta gli capita, il prodotto non cambia. La pubblicazione nel 2014 di Marittimo blues (Ediciclo) segna il suo esordio narrativo. Vive a Vittorio Veneto, in provincia di Treviso.
DICONO DEL MISANTROPO
Il Piccolo di Trieste articolo di Mary Barbara Tolusso
Francesco Scaramozzino
Poetarum Silva nota di Emilia Barbato
Critica Impura nota di Sonia Caporossi
Linkiesta
Alcune liriche estratte da IL MISANTROPO DEI SARGASSI di Andrea Mella, Edizioni del Foglio Clandestino 2018
UN’APPARENZA
Mi offri un’apparenza,
un’era da girare in catamarano
e un ritorno, dopo la boa,
quando l’acqua si fa dolce
e si vorrebbe affogare piano
dentro un pozzo più profondo
del vuoto scavato nel precipizio
solo il ritornello dello scacciapensieri
intorno
l’Adriatico e uno stormo, io
credo: abbandonato, cesellato nell’azzurro.
Chiamarlo sipario si può, non si vuole.
NON AL VENTO
L’africo spira sul versante, spinge
e dirige i sogni nella stanza delle farfalle
duole il ventre, duole dire buonasera.
La sabbia è la nostra materia polverizzata.
Non al vento tocca placare
i riflessi dell’iride
ma a carezza di spuma che non conosce
vortici.
NOMADI
Nomadi possono essere solo gli sguardi.
Le carezze bagnate dalla pioggia furono
poltiglia destinata a seccarsi nel mezzogiorno.
Quell’acqua senza sale, dal cielo, abbandonata
in rivoli, incapace di misurare la sete; acqua,
dal cielo, senza santi, stinta.
Fummo spiriti fuggiaschi,
quasi d’anima catafratta,
fino a trattenere gli sbadigli.
Nessuno disse come il ponente scappasse
nudo, a destra, dietro l’evidenza dello scoglio.
RESISTERE AGLI ABBRACCI
Capita di resistere agli abbracci
di scendere dal costato
che fa da frangiflutti.
Le ore portano: un otre di briciole e saliva,
la doccia dopo la salita.
Scenderemmo dal mondo stesso
se solo avessimo il balzo del felino
se non fossimo, a tutti i costi, licheni.