La parola nomina l’assenza, è costituita di assenza, ha radici e scopo nel silenzio. Nei bordi taglienti dei versi di Taormina la malinconia sorge dagli estremi del paradosso.
La vita non esiste; le cose, esistono. E c’è chi continua, poeticamente, a tenere traccia, a ritracciarsi nelle forme brevi della poesia.
Una cifra stilistica asciutta sino all’eccesso, spezzata, lineare, un dripping di parole e immagini a pennello fermo; e tratti fugaci, irrimediabili.
La parola nomina l’assenza, è costituita di assenza, ha radici e scopo nel silenzio. La scrittura si ricompone per il peso leggero di un’impronta di unità malinconica, in cui chi legge può tentare un’immedesimazione distaccata e misurata.
Il silenzio è necessario. Nella scrittura, però, noi siamo e poi anche non siamo.
La parola scritta, la polisemia poetica, resta come distanziazione dal vissuto, una delle poche ancora possibili, con rapidità, brevità, nei bordi taglienti dei versi di Taormina nei quali la malinconia sorge dagli estremi del paradosso. (M. Barbaro)
ISBN: 978-88-905434-7-0
FORMATO: 12×20
PAGINE: 126
AUTORE: Emilio Paolo Taormina
EDITORE: Edizioni del Foglio Clandestino
NOTA DI: Massimo Barbaro
IN COPERTINA: Nel giardino della luna, Fotografia di M. Di Santo