La cengia del corvo è la terza raccolta poetica di Emilio Paolo Taormina, pubblicata dalle Edizioni del Foglio Clandestino. In questa opera il poeta siciliano canta il dettaglio, dà voce ai margini, addensa visioni di luoghi, immagini e sensazioni in una serie infinita di quadri che si susseguono come tenuti insieme da un filo armonico.
La cengia del corvo è la nuova raccolta di Emilio Paolo Taormina, poeta siciliano tradotto in 9 lingue e vincitore del Premio Mignosi per la poesia.
Il frammento e la misura coi limiti del silenzio sono ormai definitivi e distintivi nella cifra stilistica di Paolo Emilio Taormina.
L’unico spazio praticabile sul margine della scrittura poetica – anche della lettura, a essere molto radicali. Quello che alle prime prove in Taormina poteva sembrare un eccesso, ne La cengia del corvo acquista ora una maturità e un tratto ormai irrinunciabile. Non è più solo questione dei punti di riferimento letterari (ermetismi, componimenti brevi orientali…); la filigrana poetica di Taormina non ha a che fare con la vita, con il bios del poeta, neanche quando la memoria è all’opera, neppure quando lo sguardo sul mondo, trasalito, indugia nel passato.
Tuttavia, le tracce verticali di Taormina, la curatissima composizione grafica, soluzione originale all’obbligo di affrancarsi da ogni naiveté e da ogni possibile accusa di versificazione eccessiva, tirano in ballo la vita ogni momento: non quella del poeta, ma la sua capacità (un tempo avremmo detto sensibilità) di trasmettere sensazioni primarie, luoghi, e idee che ci appartengono, che con facilità estrema il lettore fa proprie, nella propria rielaborazione, ancorché riflessa, comunque autorale: questo è – nient’altro – la poesia, ecco perché leggiamo poesia, e forse, anche una ragione del fatto che è più facile scriverla, la poesia, che leggerla. Dalla Nota di lettura di Massimo Barbaro
«i poeti siedono / negli angoli dei caffè / parlano coi baristi / conservano / fischi di navi e treni / come cartoline ricordo / la poesia solleva / gli uomini / un palmo dalla terra»; eppure, gli uomini che si sollevano – quei pochi – lo fanno poggiando per terra il palmo delle mani. Le loro mani.
Estratti da La cengia del corvo
un libro
che hai amato
lo riconosci
anche al buio
tocchi il dorso
lo senti
come le tue dita
sfogli le pagine
le carezzi
come il volto
della tua donna
trovi il taglio
dei suoi occhi***
per tenerlo
segreto
ho scritto
il tuo nome
con la schiuma
del mare***
tra campanili
e case bombardate
un cielo di rondini
cercava il nido***
sono un bambino
che abita
nel corpo
di un vecchio
quando lui dorme
mi affaccio
ai suoi occhi
e gioco col mondo
ISBN: 978-88-940190-5-6
FORMATO: 13×18
PAGINE: 186
AUTORE: Emilio Paolo Taormina
EDITORE: Edizioni del Foglio Clandestino
NOTA DI: Massimo Barbaro
IN COPERTINA: Canto d’autunno, 2015. Fotografia digitale di Astrid Astra Indricane